Drago: Quello che le strade raccontano - Intervista a Paulo Von Vacano
Drago, fondata nel 2001 da Paulo Lucas von Vacano, è un faro nel panorama editoriale internazionale, specializzata in pubblicazioni che abbracciano arte di strada, fotografia e cultura visiva contemporanea.
Distintasi per l'eclettismo e l'innovazione delle sue pubblicazioni, espande la propria influenza organizzando mostre ed eventi che superano i confini tradizionali dell'arte, promuovendo dialoghi culturali significativi.
Opere come "Rebels: From Punk to Dior" di Janette Beckman, insieme alle importanti pubblicazioni di Boogie e Estevan Oriol, riflettono l'impegno di Drago nell'esplorare le sfaccettature dell'identità umana attraverso la lente della cultura urbana e della street art.
In un mondo dove ogni strada ha una storia da raccontare, Drago si posiziona come il narratore per eccellenza delle culture urbane, delle sottoculture e delle voci non convenzionali che definiscono il tessuto delle nostre città.
Qual è stata l'ispirazione iniziale dietro la creazione di Drago e come si è evoluta la tua visione nel corso degli anni?
Agli albori del nuovo Millennio (2002 per capirci) ho terminato il mio progetto editoriale con la Castelvecchi e ho deciso di creare Drago, casa editrice d’arte contemporanea con sede a Roma e con un punto di vista internazionale nell’ambito delle culture urbane, nello specifico Street Art e Street Photography. La sorgente era la energia creativa dello Zeitgeist. Il nome Drago nasce dal simbolo dell’animale mitologico che accomuna oriente e occidente. Il promo Progetto realizzato per Drago è stato Ed Templeton con The Golden Age of Neglect all’Acquario Romano. Uno dei primi libri sulla cultura skate e una delle prime volte che uno spazio istituzionale italiano si prestava ad una mostra del genere. Siamo stati coraggiosi, o ingenui non saprei. Ma non potevamo ignorare il fenomeno della cultura skate come un momento di grande rottura nel panorama della cultura giovanile. Ora, infatti, lo skateboard è disciplina olimpica, non lo dimentichiamo.
Come selezioni gli artisti e i progetti da pubblicare e quali sono stati alcuni dei criteri chiave nelle tue decisioni editoriali?
Ogni artista con cui ho collaborato è una stella nell’universo delle tenebre che ha segnato il mio destino. La connessione è immediata, il mio criterio valutativo impulsivo. Capisco subito che il progetto avrà un futuro con Drago. Fra i fotografi non posso non ricordare la collaborazione con Letizia Battaglia, Estevan Oriol, Janette Beckman e Boogie. Fra gli artisti Swoon, Chaz Bojorquez e Mike Giant.
Come è nata la collaborazione con Oriol per 'LA Portraits' e 'This Is Los Angeles', e quali aspetti della sua visione ritieni abbiano risonanza più profonda con l'identità e gli obiettivi di Drago?
Boogie è acclamato come uno dei maggiori fotografi di street art e “realtà urbane” al mondo, con un occhio unico nel catturare momenti di cruda realtà. Qual è stato il processo dietro la scelta di pubblicare “Neapolis”?
Boogie è un grande. Come altro descriverlo? Il primo libro che l’abbiamo fatto insieme e “A wah do Dem”, tutto scattato a Kingston, in Giamaica. Neapolis è stato pensato come il primo di una trilogia sull’Italia. La città si è dimostrata perfetta. Fra i giri nella Napoli sotterranea e l’abilità unica di Boogie nello scovare le realtà più estreme e rappresentative è venuto fuori un libro dove il bianco e nero ha saputo rappresentare una stratificazione di emozioni e sensazioni di impatto immediato.
Il libro 'The Street Is Watching' è un'ode alla street photography. In che modo questa e altre pubblicazioni simili riflettono la filosofia di Drago riguardo alla documentazione della vita di strada e delle sue storie non raccontate?
The street is watching: il libro è stato costruito - come molti libri Drago - come una canzone: re mixando famosissimi fotografi di strada con sconosciuti che magari hanno fatto un solo scatto che però è valso una carriera. Su The Street Is Watching ci abbiamo lavorato cinque lunghissimi anni. Questo volume è una lettera d’amore alla vita e al nostro lavoro di editori, spesso incompreso o comunque sempre sottovalutato. È una raccolta di storie da raccontare, di situazioni in cui tutti bene o male si possono riconoscere… È una stratificazione di realtà, come il mondo reale, fatto da tanti piccoli frammenti che creano insieme una cosa bellissima, a volte violenta ma sempre bellissima.
Come pensi che la strada influenzi l'arte contemporanea oggi, e viceversa, come l'arte contemporanea si riflette nelle espressioni urbane che Drago sceglie di pubblicare?
Un nuovo mondo sorge e Drago cerca di documentarlo. Arte contemporanea: tutta l’arte nasce dalla strada, e tutta l’arte è stata contemporanea in un certo qual modo. Per Drago esiste il SuC (sistema ufficiale della cultura, sistema incestuoso, elitario e chiuso dell’arte contemporanea) e il sic! (Sistema indipendente della strada) che rappresenta le varie forme della cultura urbana.
Oltre alla pubblicazione di libri, Drago ha organizzato mostre ed eventi di grande rilievo, come “Cross the Streets” al MACRO. Qual è il processo dietro l'organizzazione di queste iniziative e come si complementano con l'attività editoriale?
Cross the Streets: umiltà e devozione. Cross the streets si basa su una ricerca durata anni. Per Drago ogni progetto comincia con il libro, che poi diventa il manifesto di un progetto e si evolve in un’idea espositiva. Fare e non comunicare equivale a non fare. Per questo a ogni libro segue la mostra, l’evento, la comunicazione, la pubblicità che culmina con lo spaccio delle idee dei creativi presenti. Cross The Streets è stata una mostra figlia dei tempi. Nel 2017 Roma non aveva ancora avuto la sua mostra di Street Art e noi abbiamo fatto del nostro meglio per documentare un’esigenza.
Dal writing alla fotografia, dalla cultura punk alla street art, Drago ha esplorato numerosi ambiti culturali e artistici. Quali sono state le maggiori influenze che hanno guidato la tua selezione tematica nel corso degli anni?
Barbari e Gioventù hanno sempre rappresentato il futuro. E quindi la nostra ispirazione, o aspirazione? La lungimiranza della “Società dello Spettacolo” di cui tanto scriveva il situazionista Guy Debord. Con il remix della cultura Hip Hop hanno avuto un forte impatto nella mia vita. Dopo di questo essere conscio dell’eterno ritorno dell’uguale, lo stesso in cui tutto cambia perché tutto rimanga come è… in un mondo di caos.
In un'era digitale dove la street art e le sottoculture sono sempre più visibili online, quale ruolo vedi per “l'editoria fisica” nel preservare e celebrare queste forme d'arte?
Il digitale è effimero, il libro è “fisico”, materico, tangibile ed eterno. Uno lo puoi toccare, l’altro è un’idea.
Puoi darci qualche anticipazione sui futuri progetti editoriali di Drago o sulle prossime mostre che stai pianificando? Ci sono nuove aree tematiche o collaborazioni che ti interessano esplorare?
Nei prossimi mesi usciamo con il libro di Propaganda, che festeggia la sua maturità; il catalogo di Pepemaniak, il libro dell’artista Danilo Bucchi e dulcis in fundo l’attesissimo LA Woman 2. Sul piano di eventi invece stiamo preparando una grande mostra di Arte urbana a Roma, davvero grande ma di cui non posso ancora dare anticipazioni.
Quali consigli daresti agli artisti emergenti che desiderano essere pubblicati da Drago?
Il mondo è tuo, come diceva Scarface.
Con “Ipotesi Metaverso”, Drago ha esplorato l'intersezione tra arte e tecnologia. Come vedi il futuro dell'arte digitale e dell’intelligenza artificiale nel panorama editoriale e artistico?
Le strade digitali sono il riflesso delle strade reali ma in ogni caso siamo noi gli artefici. L’intelligenza artificiale è l’arte digitale e, come un vibratore culturale, ti fa godere ma non potrà mai soppiantare un orgasmo vero. Vuoi comparare un bacio vero con un bacio digitale?
Guardando al futuro, quali aspirazioni hai per il ruolo e l'impatto di Drago ? Ci sono specifici traguardi che aspiri a raggiungere nei prossimi anni?
Tutte le strade portano a Roma. Il mio obiettivo per un futuro a breve termine è quello di collaborare con nuovi artisti emergenti per creare il futuro dell’arte oggi. Ogni progetto è come un bambino, e guardando mio figlio Tao capisco che il tempo è solo una proiezione e Drago continuerà nel suo percorso perché ciò che ci distingue, più che la sfida, è la nostra attitudine!